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26 Settembre 2024 19:00
nell’ambito di Fabbrica Europa 2024
Sono partito dal bisogno di un distacco dalla normatività, dalla necessità di trascinare l’egemonia ai margini.
Perché è tempo di collettivizzarci nel nostro dolore e nella nostra rabbia, di smettere di mettere in discussione le nostre identità e di iniziare invece a mettere in discussione ciò che ci circonda.
È tempo di utilizzare in modo convincente il corpo come strumento di espressione e non solo di esecuzione.
È tempo di dimenticare la neutralità e operare con empatia.
È tempo di abbandonare l’idea di uguaglianza e di visualizzare in un enorme abbraccio le nostre differenze che tuttavia non diventano motivo di discriminazione.
Ecco perché contemplo me stesso. Ecco perché mi interrogo.
Ecco perché La Revisión.
– Sergio R. Suárez
Sergio R. Suárez si è diplomato in Danza Spagnola al Real Conservatorio Profesional de Danza ‘Mariemma’, ha ottenuto un Diploma Superiore in Coreografia di Danza Spagnola e Flamenco al Conservatorio Superior de Danza María de Ávila e ha poi conseguito un Master in Studi LGBTIQ+ presso l’Universidad Complutense di Madrid, culminato in un’indagine performativa sulla costruzione dei codici di rappresentazione del linguaggio della danza spagnola e del flamenco che riguardano il genere. Attualmente sta conseguendo un Master in Management Culturale presso l’Universitat Oberta de Catalunya. È stato inoltre invitato dal programma del Master in Gestione Culturale dell’Università Carlos III a condurre una sessione sulle dissidenze sex-gender e sulle questioni LGBTIQ+ in ambito socioculturale. Dal 2021 è membro del collettivo La Basal.
direzione, coreografia, danza: Sergio R. Suárez
luci e suono: Mauricio Pérez Fayos
costumi: Paloma de Alba, Guillermo Espinosa
set design: Alicia Gómez Quirantes
produzione e comunicazione: La Basal
video: Brut Unité
Questo progetto è sostenuto da Instituto de la Juventud (Ministerio de Derechos Sociales y Agenda 2030), Centro Coreográfico Canal, Nave 73, Festival Circuito Bucles, Mostra Viva del Mediterrani Festival
e da un finanziamento di Acción Cultural Española (AC/E).
foto: Lukasz Michalak